Da Il resto del Carlino
A proposito di quanto è stato recentemente pubblicato sulla presunta falsa cieca che andrebbe girando in città con sicurezza e disinvoltura, tali da indurre il sospetto di vederci bene, trovo doveroso per fare le seguenti considerazioni. La legge 93 del 2001 distingue cinque diverse categorie di danno visivo. Ci sono i ciechi totali, nei quali la funzione visiva manca del tutto o è ridotta alla sola percezione di ombre e chiarori indistinti, e i ciechi parziali che hanno un residuo visivo non superiore ad 1/20 nell’occhio migliore e un residuo perimetrico inferiore al 3%. Ci sono poi gli ipovedenti distinti in gravi, visus di 1/10 con perimetrico inferiore al 30%, medio-gravi, visus non superiori a 2/10 con perimetrico inferiore al 50% e lievi con visus al 3% e perimetrico inferiore al 60%. Mentre i ciechi totali o parziali rispondono alle prerogative che l’uomo comune attribuisce a un vero cieco, l’ipovedente anche grave può riuscire a darsi dei punti di riferimento che possono consentirgli una certa buona disinvoltura di comportamento, tale spesso da destare stupore in chi non lo conosce. Questo aggiunto al fatto che la capacità di vedere può essere accertata in maniera certa coi mezzi scientifici escludendo ogni dichiarazione soggettiva del paziente porta alla conclusione che la documentazione foto-cinematografica degli atteggiamenti di una persona ipovedente può magari indurre qualche sospetto, ma in nessun modo autorizza conclusioni affrettate.
Americo Sbriccoli Presidente Ordine provinciale dei medici-chirurghi.