di Emanuela Addario
Macerata, 28 giugno 2013 – CAMBIA la società di gestione dei trasporti pubblici e cambiano gli orari delle tratte. Così dopo 33 anni una donna, non vedente, da lunedì non potrà più recarsi al lavoro con il solito mezzo pubblico. E’ ciò che lamenta la signora Gianna Laura Parigi di Porto Potenza Picena, centralinista della banca di Credito Cooperativo di Civitanova.
«Un disservizio servito sul piatto d’argento e senza alcun rispetto per chi ne usufruisce da una vita — dice la donna —. Sono 33 anni che lavoro nella sede della Banca di Credito Cooperativo in Viale Matteotti a Civitanova e da sempre prendo il pullman per andare al lavoro alle 7,10 della mattina. Due le fermate a Porto Potenza, una davanti alla tabaccheria Montali e l’altra davanti alla sede dei vigili urbani vicino alla stazione ferroviaria. Come me anche altri lavoratori usufruiscono giornalmente di questo servizio che collega Porto Potenza Picena con Civitanova. Si può dire che tra i pendolari ci conosciamo quasi tutti perché siamo quelli che prendiamo il pullman prima di quello che passa alle 7,30 con la ressa giornaliera degli studenti. Pochi giorni fa, essendo non vedente, una signora mi ha letto la comunicazione che era affissa sul pullman e che indicava la soppressione di alcune corse giornaliere date dal cambio di società di gestione. L’Atac ha ceduto il servizio alla Contram e da lunedì subentra la nuova azienda. Sinceramente — prosegue — nessuno dei pendolari aveva capito del disservizio sulle tratte, si parlava solo di un cambio del tragitto. Ce n’è voluto per arrivare a capo della situazione e abbiamo dovuto fare richieste pressanti per scoprire la novità imminente. Inizialmente ci è stato detto che veniva soppressa la corsa delle 7,30 e abbiamo tutti pensato che fosse per il periodo estivo visto che è la corsa degli studenti. Ora invece veniamo a sapere che anche quella delle 7,10 non ci sarà più. E il disagio è esteso anche per la tratta di ritorno alle 14,10. Un disastro — conclude —, soprattutto per me che sono nella condizione di non vedente. Io devo e voglio essere autonoma, sono 33 anni che vado a lavoro da sola e non ho la possibilità di nessuno che mi accompagni e che mi venga a riprendere».
Ma come la signora Gianna Laura di lavoratori in difficoltà ce ne sono tanti. E il problema è alle porte.