Non è certo la prima volta che dobbiamo occuparci dei problemi incontrati dalle persone non vedenti a far rispettare le leggi riguardanti l’accesso del loro cane guida anche in luoghi aperti al pubblico. Basti pensare – uno per tutti – al racconto di Salvatore Petrucci, presidente provinciale di Napoli e vicepresidente nazionale dell’UNIVOC (Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi) e delle difficili situazioni vissute con il suo Ares, di cui avevamo ampiamente riferito, qualche anno fa, nell’articolo intitolato Dura la vita, con il cane guida! (lo si legga cliccando qui).
Questa volta, però, nel tornare a parlare dell’argomento, lo facciamo con grande piacere, in quanto dobbiamo registrare un ottimo risultato ottenuto nelle Marche, principalmente grazie al lungo e faticoso lavoro della Sezione di Macerata dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), e in particolare di Germano Santoni, coordinatore della Commissione Cani Guida nell’Associazione stessa.
«Ho avuto adeguate garanzie – riferisce entusiasta lo stesso Santoni, insieme al suo amico, il cane Fidel – che nei mesi a venire tutti gli ospedali della Provincia di Macerata saranno adeguati a misura di accompagnatori e cani guida e la cosa più bella è che questa soluzione è la prima nella Provincia e crea un grande precedente da cui nessuno potrà più prescindere».
Un faticoso lavoro, dicevamo, durato più o meno due anni, fatti di lettere, incontri e pressioni, nel tentativo di arrivare a una corretta applicazione di alcune leggi dello Stato Italiano, esistenti ormai da parecchio tempo. Ma il risultato alla fine è arrivato e si è concretizzato nella lettera indirizzata a Santoni da Giorgia Scaloni della Direzione Medica Ospedaliera dei Presìdi di Macerata, Tolentino, Treia, che vale certamente la pena riportare quasi integralmente.
«L’ospedale – scrive Scaloni – è un luogo aperto al pubblico e pertanto normato dalla Legge 14.02.1974, n. 37, modificata dalla Legge 8.02.2006, n. 60 e successive modificazioni, che garantisce l’ingresso al cane guida anche dove normalmente i cani non sono ammessi (esempio: taxi, trasporti pubblici, esercizi commerciali, OSPEDALI, chiese, hotel, ecc.) e dalla legge n. 67 dell’1 marzo 2006, che tutela i disabili dalle discriminazioni [grassetti nostri in questa e nelle successive citazioni, N.d.R.]».
«Come anche da lei più volte precisato – aggiunge poi la funzionaria dell’Ospedale marchigiano – giova ricordare che il cane guida: 1. è esonerato dalla museruola in base all’ordinanza del 23/03/2009 [in realtà Ordinanza del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali del 3 marzo 2009, articolo 5,comma 2, N.d.R.]; 2. rappresenta gli occhi di chi non vede ed è pertanto da considerarsi un “ausilio” per persona con disabilità e non può essere allontanato dal disabile visivo che accompagna; 3. è un cane addestrato, pulito, vaccinato e addestrato anche a non sporcare».
Interessante anche il passaggio successivo della lettera, dove Scaloni scrive: «Torno comunque a sottolineare che l’ospedale non è un luogo sterile, al di fuori di spazi isolati (es. rianimazione, blocco operatorio, ecc…) pertanto le zampe del cane non sono di certo più sporche delle scarpe di tutte le persone che quotidianamente entrano negli ospedali, in reparti e corsie».
Tutto ciò porta alla conseguente conclusione, quando la funzionaria – oltre a scusarsi con Santoni «per i disagi avuti anche recentemente» e a ringraziarlo «per la segnalazione della problematica», che «ha migliorato la qualità del servizio» – lo inforrma di «avere nuovamente inviato una nota informativa a tutto il personale sanitario in merito alla legge sopracitata [la Legge 60/06, N.d.R.] e quindi all’ingresso del cane guida in ospedale».
Ma non solo, Scaloni, infatti, dichiara di avere «personalmente affisso agli ingressi principali e su tutte le porte degli ambulatori del Presidio Ospedaliero di Macerata la targa GUIDE DOG. Io entro dove voglio», ricavata dal sito ufficiale di Blindsight Project, Associazione impegnata anch’essa da molto tempo in questa battaglia. Un’immagine che – secondo la funzionaria – «rappresenta in maniera univoca la possibilità di accesso all’interno dell’ospedale del cane guida».
Grande, naturalmente, è stata anche la soddisfazione del citato Salvatore Petrucci, che oltre a parlare dell’«abbattimento di un’altra barriera culturale», ha daffermato che questo è «un esempio destinato ad essere imitato in tutti gli ospedali italiani». (Stefano Borgato)
Vale la pena ricordare ancora che addirittura dal 1974 (Legge 37) è riconosciuto «al privo della vista […] il diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico con il proprio cane guida», ciò che è stato confermato dalla successiva Legge 376/88.
La più recente Legge 60/06 ha stabilito poi che «i titolari degli esercizi […] che impediscano od ostacolino, direttamente o indirettamente, l’accesso ai privi di vista accompagnati dal proprio cane guida sono soggetti ad una sanzione amminstrativa pecuniaria consistente nel pagamento di una somma da euro 500 a euro 2.500».